Il lato oscuro del turismo: Venezia cerca un equilibrio difficile

What remains of the Venetians can be perceived in the evening, when the few lights of the residents’ houses are added to those of the accommodations of the  few tourists who decide to stay overnight in the Lagoon . It is during this time of day that the city deflates and the mass of tourists leave the city for the next destination of their tour.

Despite guaranteeing billions of euros in revenue every year  , this fast-paced tourism is transforming the city into an  amusement park to be used during the day  and on which the curtain falls in the evening. Venice becomes  Veniceland , as described in the homonymous documentary by  Enrico Michieletto .

“I have no neighbors,” says  Elisa Mion , a 39-year-old restorer who lives in Venice. “Most of Venice’s traditional restaurants, markets and shops have been closed, and we have a hard time buying groceries and goods at a normal price. Everything is designed for tourism purposes “.

During the day most of Venice is flooded with  streams of hit and run tourists , who penetrate the most remote streets of the city. Only a part of them disembark from the big cruise ships, accused by many Venetians also of polluting the  delicate ecosystem of the city.

Nell’ottobre del 2016 il Comune di Venezia ha istituito un comitato dedicato a trovare nuove strategie per la gestione dei flussi turistici e la navigazione dei visitatori lungo un determinato numero di percorsi. Le discussioni sono ancora in corso e da allora sono stati invitati gruppi di cittadini e organizzazioni a presentare proposte per un turismo più sostenibile.

Tra le idee introdotte c‘è per esempio quella di Generazione 90, un gruppo informale di persone creato per dare voce alle giovani generazioni di Venezia. Hanno suggerito un piano di hub strutturati situati nei punti di accesso della città per controllare e regolare l’ingresso dei turisti.

Uno degli aspetti più difficili da gestire a Venezia è il trasporto. “Quando il mio giorno lavorativo è finito, inizia un’altra battaglia, quella delle code d’attesa, alla stregua di un turista, per un trasporto pubblico per portarmi a casa”, dice Mion. “A Venezia, dove non circolano le automobili, camminare su e giù per i ponti che collegano la città è l’unica alternativa al trasporto marittimo pubblico”. E denuncia la mancanza di misure prese in questo senso dal comune di Venezia per i suoi residenti.

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Gli alti costi e le difficoltà di vivere in una città pensata per i turisti ostacolano la vita nella Laguna. Secondo Fabio Carrera, direttore del ‘Venice e Santa Fe Project Centre’, il numero massimo di abitanti dell’isola principale di Venezia è stato raggiunto all’inizio degli anni ’50. Oggi però il numero di residenti è sceso a meno di 55mila persone e diminuisce ogni giorno: tra il 1970 e il 2001 il calo è stato del 45%. D’altro canto, nello stesso periodo il numero di turisti è cresciuto del 153%, raggiungendo più di 20 milioni di visitatori nel 2017.

Tra coloro che hanno deciso di rimanere, c‘è chi ha investito nel settore dell’ospitalità. “Abbiamo deciso di acquistare casa e di trasformarne una parte in un Bed and Breakfast nel 2015”, dice Antonella Maione, architetto che vive da quasi 40 anni a Venezia. Nonostante il settore della ricezione sia dominato da attività e concorrenza poco regolamentata, Maione non ha intenzione di abbandonare Venezia. “Dopo tutto, vivo in una città aperta al mondo, con molte opportunità culturali, dagli spettacoli ai concerti. E vivere qui è come una malattia, qualcosa di cui non puoi più fare a meno”.

Jack Giassai  left Venice when he was a student, to experience life in a “real city”. He went to Rome where he has lived for ten years. But, like many of his friends, he is looking for a way back. He already knows that it will not be easy “in a city that every day is sold to the needs of mass tourism”.

By Arianna